L’itinerario al santuario di Retempio
Testo di Marica Forcellini

L’itinerario prende avvio dall’abitato di Pontboset da dove scende sino al ponte sul torrente Ayasse e, dopo un breve tratto su strada asfaltata, raggiunge un altro ponte, questa volta sul torrente Brenve. Poco oltre, ha inizio la larga mulattiera che, con muri a secco e fondo in pietra, s’inoltra nel bosco di latifoglie sfiorando alcuni oratori. Proseguendo la salita, agevolata da alcuni ampi tornanti, il percorso perviene al piccolo villaggio di Creux. Attorniato da ristrette aree prative, Creux è composto da un piccolo nucleo di edifici fra i quali spicca un bel rascard poggiato su un grosso lastrone di pietra. Superato un altro oratorio, la mulattiera esce dal bosco: in alto, nella montagna, si scorge la bianca facciata del santuario di Retempio che si staglia netta contro il verde intenso del bosco di resinose. Poco più avanti, ecco il villaggio di Crest Desot. Il villaggio, arroccato sul ripido versante, è composto da numerosi edifici in pietra che si elevano sul lato sud per più piani. Sui portali, sulle finestre e sulle facciate di molte case è possibile trovare numerose croci dipinte o realizzate con il legno.

Il tracciato sale ancora per poche centinaia di metri sino a proseguire in costa affiancato da una condotta d’acqua che alimenta la centrale ENEL di Hône. Altri tre oratori, edificati dalla devozione popolare, sono disseminati lungo il cammino. Sfiorato il mayen di Glair e superato il torrente Brenve con un ponte di legno, l’itinerario giunge ai piedi di una bellissima e ripida scalinata in pietra per inoltrarsi poi in un bosco di aghifoglie. Oltre le baite di Larsin, il tracciato sale ripido nel bosco e poi nei pascoli che circondano l’alpeggio e il santuario di Retempio. Così il canonico Roux descrive il luogo: "le sanctuaire de N.-D. de la Visitation, au Retempio, est situé sur un plateau très élevé et d’un accès fort difficiles. Ce n’est qu’au bout de deux heures d’une montée pénible qu’on y parvient.

Le voyage est des plus pittoresques: on commence par cotoyer un vallon ombragé de grands massifs de châtaigniers, puis on s’engage dans un défilé étroit et sauvage. Arrivé près d’une cascade formée par le torrent du Retempio, il faut que le pèlerin se trace un passage entre le rocher et la nappe d’eau qui tombe. Après, on entreprend une longue montée, on escalade pendant plus d’une heure les marches rustiques d’un escalier sans fin aussi abrupte que fatigant. Mais il ne faut pas songer à se plaindre, car, la peine qu’on a prise est bien récompensée. Quel bonheur en arrivant de trouver, au sein d’une prairie émailée de fleurs alpines, la blanche chapelle s’épanouissant comme un lys gigantesque! Quels sentiments élevés on éprouve à la vue de ce cercle de montagnes qui offrent un des spectacles les plus grandioses qu’il soit donné à l’homme de contempler!"

Il Torra fornisce un’esauriente descrizione dell’itinerario.

"Scavalchiamo il primo ponte ed inoltriamoci sulla sponda opposta. Incontriamo subito, sul percorso del Crest, una casa ed una fontana: si tratta di VARESAZ. Presso la casa, lungo il muretto che costeggia la strada, l’attento osservatore potrà individuare una gran pietra con malamente incisa una data a prima vista indecifrabile. Si mormora in paese che risalga nientemeno che al mille! In realtà si tratta di una data del "700", forse 1722 o 70 seguita da una H pare; la pietra era certamente in origine architrave di porta. Nei pressi, scende l’acqua del vallone in strettissima forra, superata da un bel ponte in pietra datato, pochi lo sanno, 1711. Sotto di esso è uno stupefacente letto di torrente, tutto di roccia variamente lavorata dalla forza delle acque ... Presso il ponte è un oratorio privato dal quale, tanto per cambiare, sparirono due statue lignee, la Madonna e San Giovanni Battista. Siamo sulla strada del Crest già si è detto, ma prima di proseguire la salita non dimentichiamo il villaggio di Frontiere, accovacciato tra il torrente e la montagna, il cui nome deve riferirsi, per quanto risulta, ai confini di Hône, confini che un tempo da questo lato nella valle arrivano fin qui. detto questo, proseguiamo pure ... Superate poche svolte, si è alla località chiamata PIANET, ove si scorgono rovine di costruzioni ed una casa ancora in piedi. Sul bordo di questi resti corre un lungo muraglione, alto e ben costruito come a sorreggere il ripidissimo pendio ... Che cosa era in realtà? E’ probabile si trattasse di una difesa ... risalente forse all’epoca delle minacce francesi sulla valle di Aosta. Si cammina sul suo culmine come in un trinceramento, e lo spessore qui è di circa un metro. Le rovine vicine potrebbero essere di casematte perché una cosa è certa: da questa posizione si può prendere d’infilata, con armi da fuoco, tutto Pont-Bozet, rendendo periglioso il suo attraversamento ... Più su, a metri 931, vi è Creux che ci mostra alcuni rascards certamente vecchi, ma privi di date. La salita è tipo "fiato grosso" e volentieri si fa tappa all’ombra di qualcuno dei numerosi piccoli oratori che costellano il cammino e la cui fioritura in valle di Champorcher è davvero sorprendente. Vecchi e nuovi, confortano il viandante con statuette scostate di Madonne e Santi. A volte una disgrazia evitata, un pericolo superato sono alla base della loro erezione. Quando il cielo vuole, si arriva alle prime case di CREST, o per meglio dire di Crest di sotto. il villaggio è infatti diviso in due gruppetti di abitazioni. Questo è a quota 1061, mentre l’altro, Crest di sopra, a mt. 1173. Grandi croci bianche si vedono dipinte su alcune case: è una particolarità di questa valle ed una anzi, tanto per unire il sacro al profano, pensa bene di terminare alla base con una pratica meridiana ... Alzando gli occhi si vede brillare al sole sulla costa del vallone di fronte una bianca costruzione isolata: è il Santuario di RETEMPIO, onore e vanto della parrocchia di Pont-Bozet. Ci saliremo anche noi, tanto più che essere giunti al Crest significa aver compiuto la parte più faticosa del percorso. Il vallone delle Brenve o meglio delle Bréngole si apre qui dolce e riposante e deve il suo nome alle bréngole ossia ai larici che un tempo evidentemente lo dovevano rivestire totalmente. Retempio sorge a 1474 metri di altitudine, al centro di un’ampia prateria ricca di sole quanto in basso vi è ricchezza d’ombre."

Correva l'anno 1817 quando il giovane prete Jean-André Gros fu insediato nella parrocchia di Pontboset. "Né dans un pays où tout le monde est maçon" non aveva dimenticato il mestiere che aveva intrapreso prima di iniziare gli studi. Acquistato uno châlet a Retempio decise di costruivi una cappella in onore della Santa Vergine. "L'entreprise était hardie; car, dans cet endroit sauvage, il fallait tout apporter à dos d'hommes, bois, sable, chaux, et par des routes affreuses; disons plutôt que la route même était à tracer." L’opera venne realizzata grazie alla fede di uomini, donne e bambini che caricandosi sulle spalle il materiale necessario risalirono l'arduo versante al canto di inni religiosi.

Gros benedì la cappella nel 1835 assistito dai numerosi fedeli che l'avevano aiutato. Si narra che la Madonna ricompensò il parroco facendogli conoscere il giorno della sua morte. Il parroco si spense il 6 gennaio del 1844 e quel giorno si udì la campana del santuario suonare da sola.

La facciata presenta tre nicchie che custodiscono le statue in gesso della Madonna e dei santi Michele e Giuseppe. Le inferriate delle finestre recano incise delle frasi riprese dalla liturgia della processione. Sulla destra dell’edificio è addossato il piccolo campanile fatto costruire nel 1850 dall’allora parroco di Pontboset, don Barthélemy Nicco. All’interno le volte a crociera sono decorate da affreschi realizzati nel 1868 dal pittore valdostano Jean-Laurent Grange. Alcune statue in legno dipinto sono disposte sull’altare maggiore, su quello di San Giovanni Battista e su quello di San Rocco.

Il 2 luglio di ogni anno vi si svolge una processione che dalla chiesa parrocchiale di Pontboset sale ripercorrendo l’antico sentiero sino al santuario dove viene celebrata la messa.

"Le jour de la Visitation de Marie, 2 juillet, les habitants de Pont-Boset se rendent en procession au Retempio. Rien de plus admirable que la dévotion de ce peuple en cette circonstance. Tou le monde s’y trouve, et, malgré le mauvais état de la route, le chant des litanies ne cesse de se faire entendre avec un élan extraordinaire." Il Colliard scrive che "fino a qualche decennio fa, la partenza di buon mattino della processione dalla chiesa parrocchiale offriva uno spettacolo davvero seducente: precedeva la campana sempre contesa tra i ragazzini più arditi; seguiva la Croce portata dal sagrestano, poi i ragazzi, le "Figlie di Maria" con i vaporosi e candidi veli, le varie Confraternite nei loro costumi, il clero e, prorompente da saldi petti, un coro di garrule voci salmodianti, da intenerire anche i cuori più induriti." La campana del Santuario accoglieva i fedeli con tutta la possanza dei suoi festosi rintocchi che infondevano nei cuori una gioiosa esultanza, facendo dimenticare la fatica sofferta ... Dopo la messa solenne si distribuiva a ciascuno un pane di segala che certe famiglie offrivano ai pellegrini a titolo di devozione; chi lo desiderava, trovava nella baita accanto al tempio il ristoro di una scodella di latte intero, fornito gratuitamente dal margaro del luogo, che metteva a disposizione dei partecipanti alla festa tutta la produzione della giornata. Questa accoglienza cordiale e generosa è stata per circa un secolo una delle più simpatiche prerogative del signor Pietro Marco Bordet (1844 - 1914) - per 40 anni sindaco di Pont-Bozet - generalmente noto con il nomignolo di lo vatzy, e successivamente da suo figlio Giovanni Battista (1875 - 1057), detto Batista di Vatzy."